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Campane di Forno di Zoldo (BL) - Chiesa Arcipretale di San Floriano (3) (v.093) 2 года назад


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Campane di Forno di Zoldo (BL) - Chiesa Arcipretale di San Floriano (3) (v.093)

Forno di Zoldo, Chiesa Arcipretale di San Floriano (Secolo XV). Concerto di 5 campane in Mib3 elettrificate a battaglio cadente sincronizzato, in manutenzione dalla Ditta Vanin di Silvelle di Trebaseleghe (PD). Le ultime di tre concerti che possiamo avere a conoscenza cioè queste attuali sono state fuse il 19 luglio 1953 con la quinta integrata successivamente perché regalata circa 30 anni fa. Battiore delle ore 16:00 sulla campana maggiore e distesa delle tre campane maggiori per l’annuncio di Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo (dura 2 minuti e mezzo) [sabato 29 maggio 2021]. *CENNI STORICI SULLA CHIESA ARCIPRETALE (della comunità montana Cadore longaronese zoldo, esposti affianco della stessa in un cartello). STORIA La Chiesa Arcipretale di San Floriano ha origini antichissime. Eretta già nel X secolo, la sua esistenza è attestata da una bolla del 1185 in cui il pontefice Lucio III annoverava, tra i possedimenti attribuiti alla diocesi di Belluno, la “Plebem Sancti Floriani de Zaoldo”, unitamente alle altre cappelle esistenti nella vallata e alle sue pertinenze. L’attuale edificio, costantemente lodato per eleganza e maestosità nelle relazioni delle Visite Pastorali, fu consacrato nel 1487 (iscrizione sulla lunetta del portale d’ingresso). In origine gli ambiti sui lati nord e sud del manufatto erano riservati alla sepoltura dei defunti. Nel 1565 venne realizzata la torre campanaria, che fu innalzata nel 1670 e dotata di una svettante guglia. Nel 1835 un fulmine distrusse il pinnacolo, poi ricostruito da Giovanni Battista Besarel, padre dello scultore Valentino. Il campanile attuale raggiunge un’altezza complessiva, inclusa la croce sommitale, di 49,95 metri. Nel corso dei secoli l’edificio fu sempre oggetto di speciali attenzioni conservative e manutentive, nonché di un’opera costante di arricchimento dei paramenti sacri e degli arredi liturgici. Nel 1584 il fronte principale della Chiesa venne completamente affrescato (sul lato sinistro si intravede ancora la figura gigantesca di San Cristoforo, invocato contro le morti improvvise) e il manto di copertura rifatto con l’impiego di oltre settemila scandole in legno. All’inizio del XVII secolo il pievano Giovanni Orzesio fece fondere una grande campana, adatta alla maestosità del tempio, che risultò di eccellente qualità. Nel 1782 si procedette alla rimozione dell’altare maggiore originario, non più in sintonia con la sensibilità estetica e cultuale dell’epoca, e alla sua sostituzione con l’attuale in marmo. Dal 1912 l’arcipretale di San Floriano è catalogata tra gli edifici monumentali della provincia. ARCHITETTURA E ARTE Il maestoso tempio, lungo 35 metri e alto 21, presenta un’impostazione planimetrica elementare. Ad aula unica, costituita da due campate quadrate su cui si innesta un coro di dimensioni considerevoli, ha copertura voltata, scandita da nervature e costoloni. Il singolare stile gotico del manufatto è il risultato di elaborazioni ed interpretazioni culturali nelle quali si fondono anche componenti autoctone. Lungo la navata si distribuiscono cinque altari minori, tutti forniti di pale, rispettivamente dedicati allo Spirito Santo, alla Natività di Maria, a San Giovanni Battista, ai Santi Rocco e Sebastiano, a Santa Caterina d’Alessandria. Nella cripta trova posto un altare con tela datata 1578 raffigurante Cristo risorto. Sopra l’ingresso principale si sviluppa l’orchestra con l’organo ottocentesco di Gaetano Callido; dono di Don Floriano Prà, arciprete della Pieve dal 1805 al 1815, il manufatto costituisce una tra le ultime opere della fecondissima produzione del “Professor d’Organi”. Unitamente al monumentale Altare delle Anime, opera giovanile di Andrea Brustolon, il tempio possiede un ricco novero di dipinti, sculture, argenti e paramenti sacri di estremo pregio artistico. In particolare: La Vergine del Rosario, scolpita a Venezia nel 1897 da Valentino Panciera Besarel. Eseguita dopo l’infortunio che colpì alla mano destra l’artista zoldano, rappresenta un lavoro della piena maturità dello scultore, il cui magistero traspare dal volto dolce della Madonna, dalle sue mani affusolate dal panneggio morbido del suo abito. La Pala dell’altare maggiore dedicata all’Assunta tra i Santi Floriano e Giovanni Battista, è opera autorevole del veneziano Francesco Maggiotto dal Gamba. I: “Floriana” Mib3, fusa da ? il 19 luglio 1953; II: “Giovanna” Fa3, fusa da ? il 19 luglio 1953; III: “Maria” Sol3, fusa da ? il 19 luglio 1953; IV: “Lucia” Lab3, fusa da ? il 19 luglio 1953; V: “?” Sib3, fusa da ? negli anni ‘80 del ‘900. Al momento purtroppo, non sappiamo effettivamente le fusioni dei bronzi a chi appartengano. Spero in futuro per un censimento di quest’ultime. A presto; Diego.

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