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Emanuele Scieri, non fu un suicidio: "In caserma droga, prostitute e cocktail di escrementi umani"

È il 13 agosto 1999 quando il parà Emanuele Scieri - siracusano, laureato in Giurisprudenza - arriva nella caserma "Gamerra" di Pisa, sale su una torretta e cade. Non si presenta al contrappello, nessuno lo cerca: il suo corpo viene ritrovato tre giorni dopo da alcuni compagni di corso. Secondo la commissione d'inchiesta parlamentare, presieduta da Sofia Amoddio, Scieri è stato ucciso: non si è suicidato. È emerso, tra l'altro, che in quella caserma sarebbero stati frequenti gli atti di nonnismo: tra questi emerge la "comunione", ovvero far bere un intruglio di escrementi umani ai militari, e la "sfinge" a cui avrebbe assistito il parà ucciso. Stando al racconto dei commilitoni, all'interno della "Gamerra" si spacciava droga, si fumavano spinelli, si scavalcava il muro di cinta e spesso stazionavano fuori le cosiddette "folgorine", ovvero le prostituite dei cui "servizi usufruivano i militari". Per l'ex comandante della Folgore, Enrico Celentano, Emanuele Scieri potrebbe essersi arrampicato su quella scala per mettersi alla prova, forse perché non reggeva il confronto con gli altri commilitoni, più giovani e prestanti di lui: "Era anzianotto e un po' adiposo, si era dedicato più allo studio che all'attività sportiva". Per altri, addirittura, era depresso: eppure i fatti raccontano un'amara verità. Un'altra verità. Scieri potrebbe essere stato ucciso, lasciato a terra ancora vivo, morendo poco dopo in agonia. Scieri potrebbe essere stato vittima di nonnismo e di omertà. Ora la Procura di Pisa ha riaperto le indagini a seguito della relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta: non si escludono colpi di scena su un caso che potrebbe essere risolto dopo 18 anni. *di Fabio Giuffrida e Angela Marino http://youmedia.fanpage.it/video/aa/W...