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Aquileia eretica?

Andrea Bellavite ci accompagna alla scoperta delle eresie del IV secolo ad Aquileia La comunità cristiana di Aquileia che emerge si potrebbe quasi dire dal tempo delle persecuzioni con il vescovo Teodoro e con la prima basilica, è una comunità che risente come tante altre in tutte le città del bacino mediterraneo, di controversie tra coloro che cercano di comprendere nella maniera più profonda il senso della fede. Possiamo immaginare per la verità che già prima del 313, dell'Editto di Costantino ci fossero delle controversie di questo tipo all'interno della comunità. Infatti, il simbolo aquileiese che ha tre varianti rispetto al tradizionale simbolo romano, dimostra che probabilmente ci fossero delle discussioni; una per esempio tra la gnosi e il cristianesimo cosidetto ortodosso quando all'interno del simbolo viene sottolineato fortemente che il Cristo è venuto a portare salvezza non solo dell'anima, ma anche della carne. Un'altra varietà che rende la chiesa aquileiese particolarmente originale è il concetto di Dio che viene definito invisibile e impassibile. Probabilmente ci si riferisce all'eresia cosiddetta dei patripassiani che ritenevano che sulla croce non avesse sofferto il Figlio di Dio, ma il Dio Padre. Da qui proprio il termine patripassianismo. E nel simbolo aquileiese appunto si dice invisibile e impassibile: Dio Padre non ha sofferto sulla croce. Una terza variante che poi però verrà ripresa da tutta la Chiesa è il primo riferimento alla discesa agli inferi, un articolo specifico che avrà poi un successo straordinario non solo nella teologia, ma anche nella storia dell'arte. Quindi già prima del 313 abbiamo delle controversie ereticali cosiddette, ma quelle più importanti, quelle più clamorose potremmo dire, si svolgono nel corso del quarto secolo a partire dal 325, l'anno del primo concilio ecumenico ufficiale pubblico proclamato anzi indetto dallo stesso imperatore Costantino nella città di Nicea. Da lì si dipana una grande battaglia. Una battaglia tra coloro che ritengono che il Figlio di Dio sia creato nel tempo dal Padre per poter salvare l'umanità e coloro che invece dicono che Dio stesso è intervenuto nella storia degli uomini. Quindi il Figlio, come dirà alla fine del quarto secolo il Concilio di Costantinopoli del 381, non è creato, ma è della stessa sostanza del Padre, generato e appunto non creato. Questa controversia che a noi sembra piuttosto distante, una questione teologica che ci tocca relativamente, è così importante perchè i successori di Costantino, in continua lotta tra di loro per poter conquistare il potere, utilizzano chi la parte ortodossa chi la parte filo ariana, perchè arianesimo si chiama questa dottrina che ritiene che il Figlio sia creato nel tempo, utilizzano queste dottrine per portare avanti i loro scopi politici o guerrafondai e di conquista. La questione è abbastanza complessa, si dibatte molto accesamente. Anche Aquileia non è indenne dalla controversia che si concluderà solamente alla fine del quarto secolo e come per tutta la Chiesa universale c'è il Concilio di Costantinopoli che chiude la controversia ariana, così ad Aquileia nello stesso anno, il 3 settembre del 381, si incontrano i vescovi del nord Italia, della Pannonia e della Gallia guidati dal vescovo di Aquileia Valeriano, ma dominati sopratutto dal vescovo di Milano Ambrogio per poter condannare due ultimi epigoni dell'arianesimo, i seguaci di un certo Fotino che erano due vescovi della Pannonia che vengono praticamente condannati senza appello. Con questo concilio si conclude il secolo difficile, ma anche importante in cui grazie o a causa – a seconda dei punti di vista – della controversia ariana, si ha un approfondimento fondamentale dei due misteri centrali e fondamentali della dottrina trinitaria e della dottrina su Dio Padre della Chiesa cristiana. Vuoi saperne di più? Visita il nostro sito www.basilicadiaquileia.it Tuffati nella storia, passa da noi!