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Le campane di Sonico (BS) 1 месяц назад


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Le campane di Sonico (BS)

Sonico (BS) - Santuario della Madonna di Pradella - Concerto di 3 campane in Mib4 cresc. Sonico 1421, Fa4 Sonico 1642, Fa#4 J. Alberini 1803 - Distesa e concerto solenne a 3 campane per la S. Messa prefestiva. Le campane La campana più antica (forse la più antica della Valle Camonica) venne fuse nel 1421 nella piazza centrale di Sonico e la tradizione narra che il Conte Federici all'atto della fusione vi gettò tutte le sue posate d'argento. La campana infatti ha un colore argenteo, una voce squillante ed una vibrazione che, a giudizio dei tecnici, si riscontra in poche altre campane. E' finemente cesellata, porta in rilievo un'immagine della Madonna di Pradella e la seguente iscrizione: "PER SIGNUMSANCTAE CRUCIS DE INIMICIS NOSTRIS LIBERA NOS DOMINE". Appena fusa fu sistemata sulla biforcazione di un vecchio castagno vicino alla chiesa. Ai primi del 1600 la campanina d'argento fu assegnata alla chiesa di San Gottardo e solo dopo varie vicende, nel 1956, venne riportata nel Santuario. Nel 1642 venne colata per il nuovo campanile della Madonna di Pradella una campana tre volte più grande di quella d'argento con incise queste parole testuali: "SANTA MARIA DI PRADELLA, TERRE SONICO, ORA PRO NOBIS 1642". Per quasi due secoli fu l'unica campana a invitare i fedeli. Alla fine del 1700 alcuni Sonicesi emigranti s'imbarcarono per l'isola di Martinica minacciata dal vulcano Pelee. Giunti sull'isola innalzarono alla Madonna di Pradella un tempio in seguito ad un evento miracoloso verificatosi durante la traversata e per invocarne la protezione dal vulcano. Mandarono poi al Santuario di Sonico una campana con incisa questa dicitura: "POPOLUS MARTINIANAE EX ELEMOSINIS CURAVIT ANNO MDCCCIII D. JOANNES BATTISTI FINARLI ARCHIPRESBYTERO". Nei Decreti di San Carlo Borromeo, emanati dopo la sua visita avvenuta tra il 10 e il 16 aprile del 1580, compare l'ordine che sia costruito entro due anni il campanile, affinchè le campane non abbiano a restare ancora più a lungo indecorosamente appese ad un albero di noce fuori dalla chiesa. Nel 1593 non fu ancora costruito il campanile. Il 17 settembre 1603 il Vescovo di Brescia Marin Giorgi ordina ai Sonicesi che entro un anno sia terminato il campanile. Il campanile, stile cinquecentesco, fu innalzato dalla popolazione ai primi del 1600. Il Santuario della Madonna della Pradella già nel 1292 risulta esistere una cappella tra i prati, donde il nome, in località romita. Nel 1299 risulta tra i beni posseduti dal vescovo di Brescia. E’ stata oggetto di numerosi interventi nel corso dei secoli successivi: anche attualmente luogo di pellegrinaggio, come lo fu per secoli. All’interno troviamo la statua lignea della Vergine del XVII secolo, di Lorenzo Branchi di Sonico, e alcuni affreschi di Enrico Peci. Sul lato destro troviamo un affresco raffigurante lo scoppio della polveriera durante la Seconda Guerra Mondiale. L’origine del Santuario, secondo la tradizione, sarebbe da far risalire all’apparizione della Vergine nel 1100 a Lorenzo, capitano dei crociati camuni in Terrasanta, e a sua moglie Domenica di Mù, soprannominata Prebella per la sua bellezza. Sfuggita mediante matrimonio clandestino al “diritto della prima notte” del tiranno di Sonico, ebbe il marito torturato; riuscì a liberarlo ma stavano per essere ricatturati; pregata con devozione apparve loro la Madonna che fece travolgere da una frana la roccaforte del tiranno. La Vergine diede alla sposa la possibilità di far maturare in agosto le pere, al sol tocco dell’anello nuziale. Gli abitanti di Sonico nel XVII° secolo trassero dall’antico pero la statua della Madonna col Bambino Gesù che tiene tra le mani una pera. Il 23 agosto 1580 sostò qui a pregare san Carlo Borromeo e ordinò la costruzione del campanile che terminò nel 1603. Della campana posta sul campanile, recante la data 1421, possiamo dire che è sicuramente la più antica dell’ intera provincia di Brescia e che la tradizione tramanda che sia stata fusa con gli argenti offerti da Omobono Federici. Testo tratto dal sito: "www.santuariitaliani.it".

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