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Villa MUSSOLINI(quella sua residenza estiva - "Inchiesta TV7" primi anni '60) 6 лет назад


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Villa MUSSOLINI(quella sua residenza estiva - "Inchiesta TV7" primi anni '60)

quella villa di Riccione Inchiesta TV7 primi anni '60 ... sulla temporanea trasformazione a pensione per turisti, della residenza estiva di Benito Mussolini. CENNI STORICI. Inizialmente denominata villa Margherita, fu edificata nel 1890. Situata sul lato mare, confinava con la spiaggia, alla quale si accedeva direttamente dal giardino. Originariamente era costruita su due piani con una torretta appena più alta sul lato di levante che segnava l’ingresso. La Villa venne acquistata nel 1934 da Donna Rachele Guidi Mussolini. Sorgeva sulla Via Litoranea, poco distante dall’incrocio con via Viola (la stradina di accesso ora è viale Milano); dal giardino si poteva accedere direttamente alla spiaggia. Era un edificio semplice, senza molti ornamenti, costruito su due piani. Ritroviamo la tipologia del villino con torretta, che in questo caso si trova sul lato di levante a segnare l’ingresso principale. Era stato fatto edificare da Ferdinando Mancini di Riccione nel 1893, che la vendette l’anno successivo ai Beccadelli; passò poi ai Monti di Ferrara, agli Angeletti di Bologna, e infine a Giulia Galli Bernabei, che la vendette a Donna Rachele il 7 luglio 1934, con l’intermediazione del Podestà Frangiotto Pullè, per 163.000 lire (o 176.000 lire, secondo altre fonti). Sembra che Mussolini fosse contrario all’acquisto, perché troppo esoso, ma Rachele si mise d’accordo con Alessandro Chiavolini, segretario particolare di suo marito, per farsi dirottare i diritti d’autore per alcuni articoli pubblicati da Benito sulla rivista americana “Fortune” destinati alla beneficenza, pagando la caparra a sua insaputa. All’epoca, i Mussolini si recavano già da anni in villeggiatura a Riccione. La località romagnola aveva ai suoi occhi anche il pregio di essere una “terra d’eroi, fascistissima sin dalla nascita”, avendo ottenuto l’indipendenza grazie ad un gesto di stampo fascista; inoltre qui risiedevano i fedeli conti Pullè, che avevano marciato a Roma al suo fianco. Nel 1926 la famiglia Mussolini aveva preso in affitto Villa Terzi su Viale Roma (di fronte al Des Bains), dal ’27 al ’31 soggiorna al Grand Hotel Lido, appartenente alla famiglia Galavotti, nel ’32 affitta Villa Margherita (ex Villa Monti), finché nel ’34 Rachele si decise all’acquisto, con la complicità dei Pullè. Villa Mussolini diventò quasi una dependance estiva di Palazzo Venezia, anche se Rachele mal sopportava la presenza dei gerarchi anche sul luogo di villeggiatura. Qui si riunivano nobili, imprenditori, politici italiani e stranieri; tra gli ospiti che frequentavano la Villa troviamo i coniugi Gea Della Garisenda e senatore Teresio Borsalino dell’omonima fabbrica di cappelli, il Cancelliere Dollfuss e la sua famiglia e naturalmente i Conti Pullè. Gerarchi, nobili e industriali costruirono altre ville a Riccione e dintorni. Riccione divenne un luogo mitico e la sua fama crebbe a dismisura; la sua spiaggia fu pubblicizzata nei cinegiornali dell’Istituto Luce e alcuni di essi riguardavano proprio la famiglia Mussolini: in un filmato del 1937 la voce fuori campo dice che Riccione è “una delle più belle e frequentate spiagge italiane e particolarmente cara agli italiani perché preferita dal duce e dalla sua famiglia” e viene mostrato l’idrovolante di Mussolini con un nugolo di barche e bagnanti attorno. Su questo litorale marino l’uomo nuovo può “rigenerarsi e prepararsi ad eroiche imprese”: la fisicità del corpo umano per la prima volta viene esibito in spiaggia, mito dell’uomo nuovo forte e sano. Questi filmati fecero entrare Riccione nell’immaginario collettivo italiano; ora tutti potevano andare in vacanza, come un tempo solo i ceti privilegiati. Fra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 le presenze turistiche erano raddoppiate. Nel 1933 la stazione balneare aveva fatto enormi progressi dai tempi in cui reclamava l’autonomia: era collegata con Rimini con un tram elettrico, aveva un suo acquedotto, luce elettrica, bagni pubblici, medici per tutte le specialità. Si presentava con viali puliti e ben illuminati, sui quali si affacciavano i giardini di ville e villini, che costeggiavano ininterrottamente anche la spiaggia. Anche alla vigilia della guerra, in riviera ci si continuava a divertire, ci si sentiva più liberi; proprio dove Mussolini trascorreva le sue vacanze, si potevano ballare ritmi americani e il regime chiudeva un occhio sui nomi stranieri di alberghi e ristoranti. Dopo la fine della guerra il complesso cominciò ad essere smembrato: nel 1946 furono demoliti parte del patio ed i servizi lato monte, per ripristinare quel tratto di viale Milano che era incluso nella proprietà. Negli anni ’60 la villa ed il parco adiacente furono adibiti temporaneamente a pensione per vacanzieri di categoria popolare, e le modifiche interne si possono far risalire a quell’epoca.

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