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Viaggio nello spettro elettromagnetico – Le onde radio 3 года назад


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Viaggio nello spettro elettromagnetico – Le onde radio

Eccoci alla seconda puntata del programma settimanale di MediaInaf Tv alla scoperta delle onde elettromagnetiche, banda per banda. Protagoniste di questo episodio sono le onde radio. Il video fa parte di una serie prodotta dalla Nasa in cui ogni porzione dello spettro elettromagnetico è descritta e illustrata con esempi coinvolgenti, per esplorare il fantastico mondo oltre il visibile. Versione italiana e voiceover a cura di Maura Sandri Originale inglese: https://science.nasa.gov/ems/05_radio... Le prime trasmissioni radio che Guglielmo Marconi fece intorno al 1895 si sono diffuse nello spazio per più di 100 anni alla velocità della luce. Hanno superato Sirio nel 1903, Vega nel 1919 e Regolo nel 1971. Quel segnale ha già superato 1000 stelle. Se ci fosse qualcuno in orbita attorno a una di quelle stelle, con un ricevitore abbastanza buono, potrebbe aver rivelato il segnale di Marconi e sapere che siamo qui. Tra le onde elettromagnetiche, le onde radio sono quelle più lunghe e trasportano l’energia più bassa. Mentre la luce visibile si misura in frazioni minuscole di centimetri, le onde radio variano da circa 19 centimetri – l’altezza di una bottiglietta d'acqua – a onde della lunghezza di automobili, navi, montagne, fino a onde enormi, più lunghe del diametro del nostro pianeta. Hertz scoprì le onde radio nel 1888. La prima stazione radio commerciale andò in onda a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 2 novembre 1920. Nel 1932, Karl Jansky – un ingegnere dei laboratori della Bell Telephone – scoprì che le stelle e altri oggetti nello spazio irradiavano onde radio: di fatto, questa scoperta ha rappresentato la nascita della radioastronomia. Gli scienziati hanno bisogno di antenne molto grandi per rilevare onde radio provenienti dallo spazio, deboli e di lunghezza d'onda lunga. L'enorme antenna parabolica di Arecibo misurava 305 metri di diametro, pari a tre campi da calcio. Per migliorare la risoluzione angolare e vedere porzioni sempre più piccole dello spazio, gli scienziati mettono insieme i segnali raccolti da diversi radiotelescopi. Queste schiere di radiotelescopi (chiamate array) agiscono come un unico immenso collettore. Questo gigantesco array del New Mexico utilizza 27 antenne paraboliche disposte a forma di "Y", in cui ciascun braccio è in grado di allungarsi per 20 chilometri. I radioastronomi hanno sparpagliato queste antenne, capaci di lavorare assieme, in tutto il mondo. Uno dei tratti più lunghi va dalle Hawaii alle Isole Vergini e si comporta come un teleobiettivo così potente che una palla da baseball sulla Luna riempirebbe completamente il suo campo visivo. Molte delle più grandi scoperte astronomiche sono state fatte usando le onde radio. Pulsar, nubi giganti di plasma surriscaldato, tra gli oggetti più grandi dell’universo, e persino quasar, come questo… a oltre 10 miliardi di anni luce di distanza, sono stati tutti scoperti usando le onde radio. Le onde radio aiutano anche a conoscere meglio il nostro vicinato. Infatti, oggetti astronomici che hanno un campo magnetico – come il Sole – generalmente producono onde radio. Il satellite STEREO della NASA è in grado di monitorare esplosioni di onde radio dalla corona solare. I sensori WAVE sulla sonda WIND registrano le onde radio emesse dalla ionosfera di un pianeta, come quelle generate da Giove, la cui lunghezza d'onda misura circa quindici metri. Le onde radio riempiono lo spazio intorno a noi per portare intrattenimento, comunicazioni e informazioni scientifiche. Non possiamo sentirle. Quando sintonizziamo la radio sulla nostra stazione preferita, la radio riceve queste onde elettromagnetiche e fa vibrare un altoparlante per generare le onde sonore che riusciamo a sentire. Potremmo non riuscire a ballare al ritmo delle trasmissioni radio del cosmo ma abbiamo scoperto moltissimo sulla grande danza cosmica dell’Universo ascoltando le onde radio. --- MediaInaf Tv è il canale YouTube di Media Inaf (http://www.media.inaf.it/)

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