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I depositi della Galleria d'arte Moderna di Roma sono un luogo nascosto e prezioso. All'interno di rastrelliere e griglie rigorosamente ordinate custodiscono oltre 2 mila opere, capolavori del Novecento realizzati dai protagonisti dell'arte italiana dell'epoca: da Morandi a Scipione fino a Giacomo Balla. Gli spazi contenuti del museo - un ex Convento di Carmelitane scalze - permettono di esporre solo 180 opere alla volta secondo una logica di rotazione che si basa sull'organizzazione di mostre tematiche varie e differenziate. Di conseguenza i depositi della Galleria assumono un ruolo fondamentale: "Sono il cuore pulsante del museo", assicura Arianna Angelelli, responsabile Collezione Mostre e Prestiti. Con lei abbiamo visitato uno dei luoghi più inacessibili della Galleria, i depositi appunto, alla scoperta dei tesori che custodisce. La Galleria d'Arte Moderna nasce nel 1925 quando, sulla scia della raggiunta unità d'Italia, tutte le maggiori città gareggiarono fra di loro per dotarsi di un museo civico che testimoniasse il patrimonio storico-artistico del territorio e il suo rapporto con il nuovo Stato. Nel corso del Novecento l'amministrazione Capitolina dette via a una notevole "campagna d'acquisti", per averne un'idea basti pensare che tra il 1931 e il 1943 furono 348 le opere comprate per la Galleria, capolavori di artisti come de Chirico, Carena, Casorati, Capogrossi, Scipione, Trombadori e Morandi. Dal 1995 il mueo ha trovato spazio in Via Crispi, nell'ex convento delle Carmelitane Scalze a S. Giuseppe Capo le Case. di Alessandra Del Zotto produzione Gedi Visual