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Erto (PN) - I colori della pioggia (4k) 4 года назад


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Erto (PN) - I colori della pioggia (4k)

Erto (Nert nel dialetto locale) è un comune italiano sparso di 369 abitanti del Friuli-Venezia Giulia, appartenente all'UTI delle Valli e delle Dolomiti Friulane, che comprende il capoluogo Erto e la frazione Casso, ormai quasi spopolata anche a causa del disastro del Vajont del 9 ottobre 1963. L'esistenza di Erto è documentata da resti di età romana e da un atto di donazione di Sesto al Reghena risalente all'VIII secolo, mentre l'origine di Casso, più recente, è attestata nel secolo XI. Tra i due abitati permangono anche notevoli differenze linguistiche: a Erto si parla un dialetto intermedio tra il ladino dolomitico e il friulano, mentre a Casso un dialetto veneto bellunese, simile al veneto arcaico. Anche dal punto di vista ecclesiastico i due abitati sono separati: Erto fa parte della diocesi di Concordia-Pordenone, mentre Casso è in diocesi di Belluno-Feltre. Casso non è parrocchia propria, infatti rientra in quella di Santa Maria Immacolata in Longarone. Alla fine degli anni cinquanta la comunità era profondamente legata all'economia agricola tradizionale, integrata con il piccolo commercio ambulante. A cavallo tra gli anni '50 e '60, la SADE realizzò il progetto di utilizzo della valle del Vajont come bacino artificiale. Venne, quindi, innalzata nella forra del Colombèr una diga a doppia curvatura di 265 metri di altezza. Nel 1960, in occasione dell'inizio del primo invaso di collaudo, si verificarono due frane: di conseguenza, venne disposto il monitoraggio del versante instabile, dell'estensione di 200 ettari. Il serbatoio venne nuovamente collaudato effettuando un secondo riempimento nel 1962 e un terzo nell'anno successivo. Nonostante l'imminenza della frana non vennero adottate misure adeguate di protezione degli abitati. La notte del 9 ottobre 1963, dal vicino Monte Toc, situato di fronte alle frazioni di Erto e Casso, si staccò una parte della montagna che finì nel sottostante bacino idrico delimitato dalla diga del Vajont. Le onde che ne scaturirono distrussero completamente le borgate di Fraseign, Spesse, Pineda, Prada, Marzana e San Martino e parte dei due capoluoghi. Questo tragico episodio, le cui vittime a Erto e Casso furono 347, è noto come disastro del Vajont. Il comune, per la sua architettura peculiare, è stato dichiarato nel 1976 monumento nazionale e, pertanto, vincolato con la Legge 1089/39. Negli ultimi anni, da un accordo con l'Istituto Nazionale della Montagna, si sta anche sviluppando il progetto "EcoMuseo Vajont: continuità di vita", ideato per sostenere lo sviluppo del territorio e valorizzare il centro storico. A Erto vive Mauro Corona (nato a Baselga di Pinè), alpinista, scultore, scrittore, naturalista e personaggio televisivo. Nel video al minuto 0,40 sembra sua (M.C.) la poesia scritta su un muro del paese: "..Tendo l'orecchio e sento il passo dei ricordi della perduta casa, solo una pietra cerco.." liberamente tratto da Wikipedia

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