Скачать с ютуб Essere felice tu per rendere felice l'altro: perché dovresti prendere prima di dare в хорошем качестве

Essere felice tu per rendere felice l'altro: perché dovresti prendere prima di dare

Se vuoi rendere felice l'altro, impara ad essere felice tu per primo: questa indicazione ci ricorda che non è possibile seminare gioia nel mondo senza averla precedentemente coltivata in noi stessi. Ecco perché dovresti prendere, prima di dare. Con Paola Maugeri parliamo della possibilità che tutti noi abbiamo di portare un valore aggiunto tra le persone, solo quando avvertiamo una sensazione di pienezza dentro noi stessi. Ciò significa che se la felicità nasce dalla condivisione con l'altro, ognuno di noi dovrebbe occuparsi anzitutto del proprio benessere, di come essere felice. Sembra controintuitivo, ma si tratta di praticare una forma di egoismo sano necessario a condurci verso un altruismo disinteressato. Pensaci: per mettere al sicuro una persona, devi prima accertarti di aver messo al sicuro te stesso. Allo stesso modo, per rendere felice l'altro, occorre che prima possa essere felice tu stesso. Paola Maugeri è giornalista, cantante e conduttrice televisiva e radiofonica. È inoltre scrittrice di diversi libri e autrice del podcast #PMCONFIDENTIAL. Di seguito, il minutaggio del confronto con gli argomenti trattati: 0:00 Le riflessioni con i miei figli sul tema della felicità 1:38 Dove si trova la felicità: il concetto di "mettersi a servizio" degli altri 2:34 Come rendere felice l'altro 3:51 Perché la felicità è reale solo quando condivisa 5:37 Egoismo sano VS altruismo disinteressato 6:37 Perché non è vero che "puoi diventare tutto ciò che vuoi" LINK UTILI: - Per vedere il video integrale, clicca qui al link: https://bit.ly/3sfeP34 - Per approfondire il concetto di "egoismo sano", puoi vedere questo mio video qui al link: https://bit.ly/3bBY24o - Iscriviti qui al mio video corso gratuito sulla crescita personale: http://bit.ly/Crescita #felicità #psicologia #crescitapersonale --- LM: «La felicità, l'appagamento si trova non nell'accumulare, ma nel distribuire. É un po' paradossale, controintuitivo come meccanismo. Ti ritorna?» PM: «É così. Mettersi al servizio" che in italiano rischia di non essere facile, di facile comprensione, è come se qualcuno potesse decidere un po' della tua vita. In realtà non è così, perché "Essere al servizio" è attivo, non è passivo. Quando si dice: "Ah ma questa persona è piena di sé!". Ma viva Dio che è piena di sé! Perché è nel momento in cui tu sei piena di te che puoi dare agli altri. Se ci pensi è anche sul respiro. Faccio lavorare tanto le persone sul respiro. Noi donne abbiamo questa capacità limitata di inspirare, ma siamo molto brave ad espirare. Ma, l'inspirare rappresenta il "prendere", l'espirare il "dare". Se noi non prendiamo, non possiamo dare. Quindi, io dico, alle madri, alle donne in carriera, alle mogli, se prima non pensiamo a noi, non possiamo, la qualità del nostro servizio ne viene meno. La felicità è reale quando è condivisa! Facci caso, quando tu hai una cosa che ti fa piacere chiami subito la persona più cara a te, perché hai un grande desiderio di condividerla anche nelle piccole cose. E quella felicità reale avviene quando capisci che fai parte di qualcosa di più grande. Io sento molto questo "Feed yourself to improve the world". Se noi non ci nutriamo, se noi restiamo secchi, rinsecchiti. Se noi, per paura di sembrare "troppo", che è una grande paura della nostra società italiana che io aborro, questa cosa di essere modesti, ma non bisogna essere modesti, bisogna essere umili. Io ho conosciuto, ho passato del tempo, ho frequentato le più grandi rockstar al mondo, nessuno di loro è modesto. Sono tutti umili. Quante cose ci sono nel nostro vocabolario. "Non alzare la cresta". "Vola basso". » LM: «Mi piace molto, e mi viene in mente una metafora che spesso si usa anche in psicoterapia - devo dire - che è quella dell'egoismo sano, propedeutico all'altruismo disinteressato, che poi viene rappresentata dal momento del decollo dell'aeroplano. La hostess dice "In caso di emergenza, arriverà una maschera per l'ossigeno. La procedura è questa: prima la indossi tu, e poi aiuti gli altri, i bambini, i passeggeri". Perché se tu non stai bene con te stesso, se tu non sei al sicuro e se non respiri, rischi di fare dei danni nell'aiutare gli altri a indossare la maschera. Però, una volta che tu hai la maschera, allora diventa un tuo dovere aiutare gli altri a mettersi in salvo, perché, d'altra parte, che tipo di "fulfillment" puoi trovare nell'essere tranquillo, con una bella maschera d'ossigeno, che respiri bene all'interno di un aereo che si sta per sfracellare in mezzo all'oceano?»