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Fortificazioni di Val But a Priola - Opera 1 1 год назад


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Fortificazioni di Val But a Priola - Opera 1

Il sistema fortificato di Val But, faceva parte dello sbarramento di But a Priola previsto come secondo sistema nel sottosettore XVI/c "Val But" nell'ambito del progetto di difesa dei confini italiani voluto da Benito Mussolini, noto anche come "Vallo Alpino del Littorio". Lo sbarramento di But a Priola era pensato per controllare eventuali minacce confluite nella conca di Paluzza dal P.so di Monte Croce Carnico, dalla Valcalda e da Paularo. Il progetto prevedeva la realizzazione di 10 opere e 2 ricoveri in caverna, disposte sul fondo valle tra le pendici del Monte di Rivo e del monte Zoncolan. Nell'esplorazione di oggi visitiamo l'Opera 1, il più grande bunker di questo genere nella regione. Essa era conforme alle caratteristiche introdotte con la circolare 15.000, secondo cui era classificata come "opera grossa in caverna", ossia dotata di notevole sviluppo sotterraneo e con una potenza di fuoco adeguata al suo ruolo strategico nella difesa della val But. L'armamento prevedeva una dotazione di 6 cannoni da 75 e 2 da 65 mm, oltre alle 8 mitragliatrici e 7 fucili mitragliatori, con un presidio di 8 ufficiali e una truppa di 219 uomini. Vista l'importanza della direttrice da difendere, questa opera era compresa nella lista dei lavori di primo tempo, ovvero tra quelle che si sarebbero dovute ultimare con priorità entro l'estate del 1940. Per tale motivo la direzione lavori di Tolmezzo aveva organizzato imponenti cantieri per la costruzione dello sbarramento di Val But, con ben 190 operai impiegati dalla ditta "La Comense" a cui era stata affidata la costruzione dei manufatti difensivi. Nonostante l'enorme impegno, soprattutto finanziario, il completamento del progetto era in ritardo sui tempi previsti, e nel 1941 risultavano ancora incomplete diverse opere del secondo sistema. In particolare la 7 e la 1, oggetto di questo video, dove rimanevano da portare a termine i 3 malloppi di artiglieria e i 2 osservatori. Nel periodo successivo l'avanzamento delle costruzioni non fece progressi significativi, e i manufatti rimasero nelle stesse condizioni fino all'ottobre 1942, quando arrivò la sospensione definitiva del programma di lavori difensivi verso la frontiera Nord. In quel momento erano ancora in costruzione circa 450 opere e altre 60 tra piccole caserme e rifugi, mentre ben 1.400 opere delle 3325 previste erano ancora in fase di progettazione. Com'è noto, alla fine tutti gli sforzi furono vani, e il Vallo Alpino non entrò mai in esercizio per una serie di ragioni organizzative, tecniche ma soprattutto economiche. Il progetto infatti era al limite delle capacità del paese, e decisamente troppo ambizioso, nonché impossibile da portare a termine in tempi brevi con la guerra in corso che già impegnava uomini e materie prime. Inoltre, la discutibile pianificazione dei lavori con il susseguirsi di continue modifiche ai criteri per le fortificazioni, portarono ad una notevole disomogeneità del Vallo Alpino, al punto da mettere in dubbio la sua efficacia nel garantire la protezione delle frontiere terrestri italiane. http://www.fortificazioni.net/   / associazioneitalianastudiofortificazioni   https://sites.google.com/site/wwdecca... http://www.alpifortificate.com/fortif...   / 45223768120     / 638018913266865   http://www.regioesercito.it/index.htm #valloalpino #valbut #bunker #friuliveneziagiulia #storiaitaliana #fortification #guerra #opere

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