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Giuditta e Oloferne di Caravaggio | Analisi dell'opera

Raccontare Caravaggio non è semplice perché le aspettative di chi ascolta sono molto alte ed il dibattito degli studiosi sempre acceso. Caravaggio fa parte di quella stretta cerchia di artisti il cui mito, almeno nel nostro tempo, si è diffuso ben oltre la stretta cerchia degli addetti ai lavori. Il mio approccio sarà come sempre quello dell’appassionato, che nutre sconfinata ammirazione per l’opera di questo pittore, ma con un occhio attento ai contributi degli storici dell’arte che ci aiutano a contestualizzare le opere, a decifrarne il significato Ogni opera d’arte, anche un capolavoro qual è la Giuditta e Oloferne che andremo ad analizzare, non è mai un’opera a sé ma in stretto dialogo con quelle che l’hanno preceduta e con il clima culturale e sociale del proprio tempo. Michelangelo Merisi detto il Caravaggio dal nome della cittadina di cui era originaria la famiglia del pittore, anche se più recentemente grazie alla scoperta di alcuni documenti si ritiene che sia nato a Milano, è ora considerato un punto fermo nella storia dell’arte, un grande innovatore vissuto tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600. Ma non è stato sempre così. Dopo aver lasciato una forte traccia del suo passaggio attraverso allievi diretti ed indiretti che hanno portato il suo stile in diversi paesi europei, Caravaggio ha vissuto un lungo periodo di oblio. Solo nel ‘900 l’artista è stato per così dire riscoperto grazie al lavoro di studiosi come Roberto Longhi. Il quadro sul quale ho pensato di concentrami in questo video è “Giuditta ed Oloferne” conservato alle Gallerie nazionali d'arte antica di Palazzo Barberini di Roma, quadro che è riapparso sulla scena improvvisamente. Il dipinto è un olio su tela e misura 145x195 cm L’opera viene fatta risalire tra il 1599 e il 1602 circa, quando Caravaggio viveva a Roma e la sua notorietà era in grande crescita grazie al ruolo del suo estimatore e protettore Cardinal del Monte. Il tema di Giuditta e Oloferne venne richiesto al Merisi dal banchiere Ottavio Costa. Del dipinto si persero però le tracce per secoli fino a quando nel 1951 venne trovato da un restauratore e segnalato al grande storico dell’arte Roberto Longhi che lo attribuì al Caravaggio. Il dipinto venne poi acquistato dallo Stato e collocato a Palazzo Barberini. Il tema biblico narrato nel quadro riprende “il libro di Giuditta” che racconta appunto le vicende della vedova ebrea Giuditta. La storia è ambientata al tempo del re assiro Nabucodonosor, vissuto tra il 605 e il 562 avanti Cristo. La città giudea di Betulia è sotto assedio degli assiri guidati dal generale Oloferne. Giuditta per salvare la propria città escogitò un piano. Fingendo di tradire il proprio popolo riuscì a farsi accogliere festosamente nell’accampamento dove si trovava Oloferne con il suo esercito. Giuditta riuscì a far ubriacare il generale e ad addormentarlo. A quel punto, estrasse una scimitarra e lo decapitò. Cosa pensi di Giuditta e Oloferne di Michelangelo Merisi? Scrivimelo nei commenti! Vuoi supportare il progetto offrendomi un caffè? Clicca qui: https://ko-fi.com/1000quadri​ Puoi approfondire Leonardo qui: https://amzn.to/3pI6bdd​ Contattaci e seguici qui: Email: [email protected] Instagram:   / ​   Facebook:   / 1000quadri